Prime Esperienze

Il professore


di cpromagnolamatura
30.03.2020    |    18.357    |    10 9.6
"Comunque lasciammo il soprabito e non ne fui lì per lì sicura, ma mi sembrò che la moglie dell’amico di M..."
La cosa strana è che ad Anna, mia moglie, da una parte è sempre stata attirata sessualmente da uomini più vecchi di lei e dall’altra è che si è dimostrata in diverse occasioni quella che una volta, con un certo eufemismo, si definiva una “nave scuola” per giovani alle prime armi. Credo di essere, sotto questo punto di vista, l’unica eccezione della sua vita, in quanto la differenza di età da tra di noi è molto poca, ma forse sta proprio questo essere pressoché coetanei il motivo della nostra complicità. Non so molto delle sue esperienze prematrimoniali e da questo punto di vista Anna si è dimostrata sempre molto discreta. So per certo che aveva avuto, prima di mettersi con me, un paio di relazioni di cui una con un fidanzatino di scuola e, successivamente con una persona molto più adulta, ma fino a poco tempo fa non sapevo molto di più. Era stata una relazione tenuta nascosta alla sua famiglia, anche perché lui all’epoca era sposato con figli e credo fosse pure un amico di vecchia data dei genitori di Anna, che all’epoca aveva poco più di vent’anni. Quando conobbi la mia futura moglie la loro relazione era già tramontata da tempo e comunque Anna ne parlava poco volentieri. Per certo non so come fosse prima mia moglie, ma dopo l quell’esperienza, benché quando ci mettemmo insieme non avesse ancora 24 anni, certamente aveva acquisito molta esperienza da un punto di vista sessuale e credo che tutto sommato mi considerasse un po’ provinciale da quel punto di vista. Con il senno di poi potremmo dire che effettivamente è stata proprio Anna ad introdurmi alle gioie del sesso. Quando ci mettemmo insieme, infatti, io non avevo avuto che pochi flirt e relazioni di breve durata con mie coetanee e quindi la mia esperienza si esauriva in quel poco di petting (una volta si chiamava così il limonare con la propria ragazza!) e di timide scopate, consumate nell’auto dei miei genitori al sabato sera o in conclusione di una festa all’epoca degli studi universitari. Anna invece, conclusa ragioneria, aveva interrotto gli studi e lavorava nell’amministrazione di una ditta di trasporti. Appena mi sono laureato in medicina ci siamo sposati e poi sono nati i nostri due figli e, per chi ha letto i nostri racconti, si ricorderà come poco dopo la nascita dell’ultimo genito sia iniziata la nostra relazione con Franco, che aveva quasi 30 anni più di mia moglie. Di quello però che era avvenuto prima, come dicevo all’inizio, non sapevo molto, anche se ho sempre sospettato che l’esperienza accumulata in quegli anni da Anna abbia facilitato le scelte trasgressive fatte insieme.
Un giorno mentre passeggiavamo per le vie del centro, all’epoca Anna avrà avuto 45 anni circa, passando sotto la volta del Comune dove sono esposte le mortine, ci capitò di imbatterci in un nome che sorprese alquanto mia moglie, ovvero di M…o Tas…i, di anni 92, che in una tiepida giornata autunnale aveva lasciato questo mondo, oltre ad una vedova inconsolabile ed una teoria di figli, nuore e nipoti. In quell’occasione Anna mi confessò che si trattava dell’uomo con cui aveva avuto una relazione clandestina per circa una paio di anni. La foto sul manifesto riportava l’aspetto di un vecchio canuto, dall’aspetto distino (d’altronde si leggeva che era un ex professore dell’università). Fissai per un attimo la foto e l’ex amante di mia moglie ed il sottoscritto ci guardammo fissi negli occhi, mentre cercavo di capire cosa potesse aver visto in quell’uomo mia moglie, all’epoca una fresca e soda ragazzina di belle speranze. Anna, sull’onda dei ricordi, ne ricordava la capacità di sedurre, l’aplomb dell’uomo deciso, ma anche di come potesse mutare rapidamente dall’essere un tenero amante ad un uomo estremamente autoritario. Alla fine si erano lasciati anche perché secondo Anna avevano bruciato tante tappe insieme che alla fine lei si era sentita sopraffatta completamente e quando aveva compreso come la relazione fosse distruttiva, per con dolore, l’aveva lasciato. La cosa che l’aveva lasciata un po’ così è che poi lui l’aveva praticamente cancellata dalla sua vita nel giro di pochissimo sostituendola con un’altra ragazza, semmai più giovane ancora, studentessa universitaria. Anna mi raccontò che il professore era un libertino, termine che oggi non si usa più, ma che un tempo era proprio di quelle persone che traggono piacere da stili di vita sessualmente non ordinari, per non solo l’aveva istruita sessualmente, ma avevano partecipato ad incontri sia con donne che con uomini. Provai a cercare di farmi raccontare qualcosa in dettaglio e in quell’occasione Anna mi accennò al fatto che una volta l’aveva seguito a Parigi, dove il professore partecipava ad un congresso. La mia futura moglie doveva aspettarlo in stanza nell’albergo dove veniva celebrato il convegno, praticamente in sottoveste, sì che quando lui risaliva in stanza potesse trovarla disponibile, senza slip e reggiseno, per fare rapidamente l’amore e poi ritornare tra i suoi colleghi. Alla fine della convention avevano prolungato la loro permanenza, prima di ritornare a Bologna, con mia moglie che sperava evidentemente in una romantica permanenza nella città dell’amore e con il professore, viceversa, intenzionato a visitare i locali più equivoci della Ville Lumiere! Difficile raccontare esattamente quello che avvenne, tuttavia solo ora che sono passati diversi anni mia moglie si è dimostrata disponibile a riferirmi di quella esperienza e di quelle successive, che poi la portarono a rompere la relazione.
“Scusami Anna, ma come facesti ad andare a Parigi con lui senza che lo sapessero i tuoi genitori?”
- Con la complicità di una amica di Milano gli feci credere di essere stata inviata a passare qualche giorno da lei, in occasione dell’apertura della Fiera, perché cercavano ragazze come hostess. Andai alla stazione accompagnata da mio padre, ma poi in realtà dopo poco passò M.. con l’auto ed insieme siamo partiti per Parigi. Mi ricordo anche che ci fermammo una notte in un motel lungo l’autostrada e poi arrivammo a Parigi verso le 9 di mattina.
“E quindi poi rimanesti in albergo o lo accompagnasti al congresso?”
- M… era sposato e non potevo certo presentarmi i colleghi che anche dall'Italia erano presenti, per cui d’accordo con lui lo lasciai andare, anche e perché poi il congresso era nel nostro stesso albergo e quindi mi poteva raggiungere in qualsiasi momento. Comunque ero contenta così ed anche eccitata di stare da sola con lui. Lui era un bell'uomo, con il fascino della persona matura ed arrivata e ne ero sinceramente innamorata. M.. sapeva essere estremamente tenero quando eravamo insieme e comunque lo desideravo anche fisicamente…
“Quand'è che le cose sono cambiate?”
• Dopo aver depositato i bagagli in stanza M.. si è cambiato per scendere nella Hall dell’albergo per l’iscrizione dei partecipanti, mentre io sono rimasta in stanza. Mi ha detto che sarebbe tornato da lì a poco, perché c’era la pausa caffè e quindi di fami trovare pronta perché era pazzo di me. Mia riempito di complimenti e prima di andarsene mi ha lasciato un pacco regalo dicendo che era una sorpresa. Nel pacco c’era un biglietto con scritto che quella sarebbe stata la mia divisa e di non mettere null’altro. Prima di andarsene mi ricordo che mi sorrise dall'uscio dicendomi che per tutto il nostro viaggio io sarei stata la sua “puttanella”. Me lo ricordo perché non mi aveva mai chiamato così e quella volta ne rimasi sorpresa e devo ammettere anche eccitata, perché tutta la nostra fuga e vogliamo era improntata al fatto che avremmo fatto l’amore indisturbati, lontani dai miei e dalla sua famiglia!
“E quindi cosa c’era nel pacco e cosa è successo poi?”
• Nel pacco c’era una sottoveste di seta, di colore avorio, di quelle con le spalline e scollata a V e corta sopra le ginocchia. Ho fatto una doccia e mi sono preparata, Ero anche un po’ eccitata a dire il vero e quindi mi sono distesa sul letto pensando a lui…
“cioè? Cosa pensavi che sarebbe successo?”
• Che domanda stupida! Sapevo benissimo che avremmo fatto sesso, poi quel “puttanella” lanciato sulla porta mi risuonava ancora in testa, tanto che mi sentivo eccitata. Avevo vent’anni mica 60, ero a Parigi con l’uomo più affascinante che potevo desiderare, chiaro che ero eccitata … infatti quando è ritornato in camera mi ricordo che ero distesa sul lettone, con la testa appoggiata alla testiera del letto. Lui è rimasto sulla porta per un po’ guardandomi e si vede che la scena gli è piaciuta perché si è chiuso la porta alle spalle e mi si è avvicinato dal lato del letto e, slacciandosi la cintura si è fatto calare i calzoni. Senza staccare gli occhi i miei mi ha detto: -Guarda l’effetto che fai! - aveva il sesso teso sotto i boxer , per cui mi sono avvicinata, talché glieli ho scostati ed ho cominciato a fargli sesso orale…
“Non fare l’educanda, gli hai fatto un pompino!...”
• Beh allora non lo chiamavo così comunque doveva essere eccitatissimo perché ho sentito che stava per venire quasi subito e ho fatto per divincolarmi, ma lui mi ha tenuto con forza la mano sulla testa costringendomi a prendere il suo seme in bocca…cosa che non avevo mai fatto. Mi ha colpito questo suo cambio di registro, perché ha insistito che ero la sua puttanella e che dovevo tenerlo in bocca. Quando mi ha lasciato la testa mi sono separata, anche perché mi aveva spinto il suo cazzo in fondo alla gola e mi erano venuti alcuni conati e stavo tossendo il suo seme. Ha cominciato a ridere dicendo che ero moto buffa, anzi molto naif, ma che mi si sarei dovuta abituare. Si è riallacciato i calzoni ed ritornato al convegno.
“E cosa hai pensato ?”
• Si ci ero un po’ rimasta, ma ero anche molto eccitata, anche perché poi tutto era avvenuto rapidamente perché lui doveva tornare al suo congresso. Mi sono ripulita la mano e sentivo il suo odore su di me, tanto che ho iniziato ad accarezzarmi. D'altronde quando lo avevo conosciuto avevo avuto sì un ragazzo e non ero certo più vergine ma ero comunque molto ingenua sotto il profilo del sesso. Il fatto che mi avesse definito la sua puttanella era per me un gioco. Quando dopo un po’ è ritornato in stanza era tutto allegro, dicendo che la relazione che aveva presentato era stata molto apprezzata e che quindi doveva festeggiare. Si è sciolto il nodo della cravatta e tolto la giacca e i calzoni ed è salito sul letto cominciando ad accarezzarmi da sopra la sottoveste e…abbiamo fatto l’more.
“Dai Anna… e non avete neppure pranzato immagino. Si sarà svuotato le palle!”
• Non essere volgare e non farai il geloso, spero. Si abbiamo fatto sesso e visto che prendevo la pillola immagino che tecnicamente si possa anche dire così, che eravamo molto liberi da questo punto di vista. Si abbiamo anche fatto venire qualcosa da mangiare in stanza e nel pomeriggio lui è ritornato a mietere i suoi allori al convegno, mentre io mi sono addormentata fin verso le 4 quando è risalito in stanza. Abbiamo chiacchierato un po’ poi lui è di nuovo tornato ai suoi affari, ma dicendomi di vestirmi molto elegante che alla sera mi avrebbe portato fuori a cena. Ha aggiunto che non saremmo stati soli. Ci sono rimasta un po’ male perché avrei voluto trascorrere la serata solo con lui, ma poi ho pensato che se mi presentava a degli amici evidentemente ci teneva molto a me. Quindi ho fatto un bagno caldo e quando M.. è ritornato in stanza ero quasi pronta. Lui mi ha squadrato da capo a piedi, ma ho notato uno sguardo non molto soddisfatto. Mi ero messa un vestito secondo me molto elegante, ma che evidentemente non stava incontrando i gusti del mio amante. “vorrei che ti vestissi più da ragazzina, con la gonna ed i calzettoni! – mi disse -Devi essere un mix di innocenza e eleganza matura…ah e poi non indossare slip e reggiseno, mi raccomando, voglio poterti accarezzare quando siamo al ristorante. Quindi mi ricordo che avevo una gonna abbastanza corta e dei calzettoni colorati, e sopra una camicetta con un maglione a scollo a V. M,, deve avermi considerato di suo gusto perché non mi fece altre rimostranze e scendemmo quindi nella Hall dove ci aspettavano i suoi amici. M.. mi presentò come una sua amica ad una coppia di una certa età, di cui capii che l’uomo era un altro professore universitario e la donna la sua compagna.. M.. e l’altro parlavano tra loro di lavoro, credo ed io mi intrattenni con la signora, una bella donna di una cinquantina di anni, portati abbastanza bene, ancora magra ed alta . I nostri cavalieri avevano prenotato in un locale non molto distante.
“Insomma lui si presenta con una ragazzina in minigonna e calzettoni ed una coppia di amici più vecchi, casomai vestiti di tutto punto…ti sarai sentita come una lolita immagino…
• Mi ricordo che ero abbastanza imbarazzata anche se all’epoca mi sembrava di essere imbranata e facile alle gaffes stando con un uomo di charme come M… La cena filò comunque abbastanza liscia, nel senso che loro si conoscevano da tempo ed erano affiatati. Scoprii anche che conoscevano la moglie di M.. ma a parte questo non successe nulla di che e poi M.. propose di andare in un locale notturno…
E quindi cosa successe di così particolare che non me ne hai mai voluto parlare?
• Considera che ero una ragazzina innamorata e quindi non mi rendevo conto in realtà di essere manipolata da M… Il posto dove ci portò M.. era in un seminterrato e mi ricordo che mi stupii perché all’ingresso mi resi conto che conoscevano sia M.. che i suoi amici. Comunque lasciammo il soprabito e non ne fui lì per lì sicura, ma mi sembrò che la moglie dell’amico di M.. consegnasse anche i propri slip, che l’addetta al guardaroba mise dentro una busta di plastica trasparente. La guardai sorpresa, ma lei accennò che era l’usanza del locale, perché faceva molto caldo!
“questa poi non l’avevo mai sentita…senza slip per il caldo”
• Ci hanno fatto accomodare ad un tavolo e guardandomi in giro ho subito notato come ci fossero molte coppie e come le cameriere ai tavoli fossero si aggirassero decisamente scollacciate, con gonne cortissime ed il seno spinto in altro da potenti push up, tanto che ne debordavano le areole dei capezzoli, stile fraulein tirolese, diciamo. Seduta sulla sedia M.. con nonchalance mi ha messo una mano tra le gambe alzando la gonna nonostante cercassi di trattenerne l’orlo sicché mi sono sentita come esposta in pubblico, anche se poi mi sono tranquillizzata perché nessuno sembrava averci fatto caso e vidi con la coda dell’occhio che anche i nostri amici avevano fattolo stesso, anzi la moglie del collega di M.. addirittura stringeva al polso la mano del marito , come a trattenerlo nel massaggio che le stava procurando, e incrociando il mio sguardo mi sorrise.
“Niente male la signora! Mi immagino la scena di voi al tavolo….e scommetto che il locale vi ha riservato anche qualche sopresina, mica sarà stato un night qualsiasi o di musica !”
• Si hai ragione, ma non lo sapevo ancora, Comunque c’era un palco con un letto ricoperto da un manto rosso e una schenografia dietro come dell’interno di una capanna e quando le luci si attenuarono per mettere in risalto l’esibizione fece la sua comparsa un attore, un ragazzo di colore, molto ben fatto, di quelli neri neri, tanto che faceva impressione quando apriva gli occhi o la bocca per il contrasto del bianco della sclera e dei denti. Era a torso nudo con dei calzoni stretti ed un cappello di paglia in testa. Tiene anche conto che all’epoca da noi non si vedevano persone di colore e per me, che venivo dalla provincia erano molto esotici, comunque la scena si rifaceva ad uno sceneggiato che andava molto allora in televisione anche da noi, “Radici” si chiamava, la storia di uno schiavo d’America. Ecco quindi che l’attore faceva finta di essere uno schiavo che tornava alla capanna dopo i lavori sui campi di cotone. In breve ecco che all’interno della capanna esntra una ragazza tutta vestita come una damina dell’’800….
“Incomincio a capire il seguito…”
• Comunque mentre sul palco i due attori parlando si fanno sempre più vicini, mi accorgo che l’amico di M.. ha il sesso fuori dai pantaloni e che la moglie è impegnata…si lo dico…a fargli un pompino, mentre M… mi ha preso la mano e se l’è portata sulla patta dei calzoni per farmi sentire come l’eccitazione stia salendo anche per lui. Confesso che rimasi molto imbarazzata ed indecisa, anche perché all’epoca non aveva sviluppato molto la mia vena esibizionista e sebbene eccitata dalla situazione continuavo a vergognarmi. Sul palco intanto l’attore si era dato da fare e stava facendo cadere uno dopo l’altro i vestiti della ragazza, che faceva finta di essere la figlia del padrone o cose simili, un po’ ritrosa e un po’ vogliosa, mi verrebbe da dire. M.. insisteva per dirmi di lasciarmi andare, perché quello era un locale apposta, molto libero. Per quello che potevo vedere anche nei tavoli vicini le cose procedevano alla stessa maniera, anzi in alcuni già avevano cominciato a scopare, senza troppe remore.
“fu così quindi che glielo tirasti fuori dai calzoni …”
• Aveva il sesso durissimo e bagnato per l’eccitazione che fin qui lo aveva colto, quindi provai a masturbarlo semplicemente. Sul palco la ragazza era rimasta a seno scoperto e con reggicalze e calze bianche. Il candore della sua pelle e il bianco della biancheria contrastavano con il nero della pelle di lui, che nel frattempo si era liberato dai calzoni e aveva il sesso svettante. Avevo visto pochi maschi nudi nella mia vita e mai un uomo di colore….
“Diciamo che non ti ho mai fatto mancare nulla in questi anni”
• Dopo un po’ la mia mano non gli bastò più e quindi presi anch’io, come la moglie del suo collega, a fargli un pompino, ma lui prima volle che mi sfilassi il maglio e aprissi la camicetta. Nessuno sembrava far caso a noi e quindi gli obbedii e mi chinai per fargli il pompino che mi chiedeva, sempre con la sua mano tra le mie gambe che sembrava non voler dar requie alla mia passerina. Ammetto che messi da parte gli imbarazzi iniziali non feci fatica ad assecondarlo. Sul palco intanto l’attore si era messo dietro alla ragazza bianca e se la stava montando con molta espressività. Non so se fingessero ma credo che i gemiti di lei fossero molto realistici perché l’eccitazione in sala era cresciuta molto, ma la cosa che mi colpì molto è che buona parte degli ospiti erano intenti a fissare la scena, mentre le rispettive partner erano per lo più intente a dar piacere ai loro uomini chi con la mano, chi con la bocca…..
“Dai Anna una cosa così l’abbiamo fatta anche noi, non ti ricordi in Austria in quell’hotel dove ci fermammo perché non avevamo trovato posto in Italia e che poi alla fine risultò che il locale annesso era un locale di scambio?”
• Mi ricordo ma la differenza che noi eravamo sposati e avevamo già avuto insieme esperienze così, dopo Franco, mentre quella volta avevo vent’anni e desideravo far sesso con lui ma mi ero immaginata una fuga romantica da soli, lontana dalla mia famiglia e lui da sua moglie, invece ero lì in un locale equivoco, mezza nuda a fare un pompino all’uomo che pensavo fosse Dio e che si stava rivelando un porco! Insomma non voglio fare la tragica ma ammetterai che se almeno mi avesse preparato…
“Poi come è finita?”
• E’ finita che finito lo spettacolo ci siamo un po’ ricomposti, ma M.. ha proposto di ritornare in albergo. Ho pensato che finalmente saremmo rimasti soli e invece quando siamo saliti in stanza, con la scusa di festeggiare , ma erano sicuramente d’accordo tutti e tre, sono venuti anche noi i suoi amici con una bottiglia di champagne. E’ stato in quel momento che ho capito che in realtà io ero la vittima sacrificale perché M.. mi ha chiesto di improvvisare per lui e per i suoi amici uno spogliarello. L’ho guardato pensando che scherzasse, ma ho visto in lui uno sguardo gelido che non ammetteva repliche e si vede che anche la moglie dell’amico di M.. deve aver capito il mio imbarazzo, perché si è alzata e prendendomi sotto mani ha detto che sarebbe stato bello farlo insieme, e quindi ha iniziato con mettermi le mani sui fianchi e poi a sfilarmi il maglione. Ho cominciato a piangere ma lei ha continuato a spogliarmi, dicendo di non fare la sciocca e che era come quando eravamo al night, solo tra amici…. Sia M.. che il suo collega ci guardavano seduti nelle poltroncine del salotto della stanza, con il calice di spumante in mano, come se fossero ancora seduti al locale della serata. La signora mi ha poi sfilato la camicetta e mi ha preso i seni da dietro tenendoli a coppa nelle sue mani, complimentandosi con me davanti a M.. ed al marito di come le mie tette fossero sode e poi mi ha aperto la lampo della gonna che, caduta a terra, mi ha lascato in calzettoni e senza slip.
“Anna ahi sempre avuto un bel seno, anche dopo due gravidanze hai sempre amato le tue tette!”
• Ero lì nuda, con le mani lungo ai fianchi, come in una resa allo sguardo dei due maschi e con la signora dietro di me che mi accarezzava i fianchi e lungo le cosce. Anche lei si era liberata dei vestiti, rimanendo con le autoreggenti nere e scarpe dal tacco alto in vernice nera. Avevo smesso di piangere, anche perché ormai avevo capito il gioco . Dentro di me mi sentivo tradita perché l’incontro romantico era definitivamente sfumato e adesso rimaneva solo l’eccitazione della trasgressione con un uomo, M.. , che non riconoscevo più per come me lo ero immaginato e i suoi amici di cui lui , con l’aspetto di quello che di definisce un vero porco, e la moglie una virago cinquantenne, che assecondava o preveniva le voglie del marito. Fu proprio la donna a darmi il primo ordine, obbligandomi a mettermi carponi sulle mani e parlando di me con M.. ed apostrofandomi come la puttanella di M…
“mi sembra di capire quindi che stava mutando il clima ….”
• Era cambiato il clima della serata nel momento che appunto io ero diventata l’oggetto del loro divertimento. Quando mi sono sentita chiamare come la puttanella di M.. e lui non ha fatto una piega, ma anzi ne sembrava compiaciuto, ho compreso che forse la mia avventura con lui era finita.
“Come ti sei sentita dentro? Come mai non ti sei ribellata subito? “
• Difficile a posteriori il perché di certe scelte, so solo che passate le lacrime mi ha preso la rabbia di essere stata tradita e quindi li ho guardati tutti e tre e ho cominciato a urlare contro M.., perché era un porco e non mi poteva trattare così. Ho fatto un gran casino, tanto che M.. si è alzato e mi ha dato un ceffone per zittirmi, che altrimenti svegliavo tutto l’albergo. A questo punto si è rivolto vero i suoi amici scusandosi con loro perché, disse testualmente,” ero una cretina che prima ci stava a fare la troietta con lui e poi adesso mi comportavo da vergine e che vergine non lo ero affatto, da qualunque parte mi si guardasse”. I due si sono ricomposti e ci hanno lasciati da soli nella stanza ed io sono scoppiata a piangere. M.. non si è scomposto e mi ha detto di crescere, che la colpa l’aveva lui pensando che fossi una ragazza matura! In altre parole da perfetto porco maschilista mi gettava addosso la colpa.
“tu che hai fatto allora?”
• Ho fatto quello che avrei dovuto fare subito, mi sono rivestita e sono scappata via dall’albergo, erano ormai le 5 di mattina e mi ricordo che faceva un gran freddo. Non so come ma sono riuscita ad arrivare alla Stazione dei treni ed ho preso il primo treno per l’ Italia. Quello che ti ho raccontato non lo sa nessuno e devo dire che adesso, vedendo la sua foto su un manifesto penso che effettivamente il tempo cancella molte cose, ma ancora un po’ di rabbia dentro di me e forse anche contro di me, per quella volta, lo vivo ancora oggi.
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